giovedì 15 ottobre 2009

La legge torna ad essere uguale per tutti


Povero è quel Paese in cui chi fa semplicemente il proprio dovere viene riconosciuto come eroe. Un Paese in cui gli onesti sono l’eccezione e non la regola, un Paese in cui ti stupisci che esistano, piuttosto che considerarli individui normali all’interno di un contesto sociale civile. Ma se da un canto ti fa rabbia il dover vivere in un siffatto Paese, dall’altro speri sempre che certi esempi da “isolati” quali spesso sono diventino “contagiosi”, innescando un circolo virtuoso che possa consentire una crescita sia dell’italica coscienza civile che della considerazione a livello internazionale (a dire il vero entrambe piuttosto scarse di questi tempi).

E’ in quest’ottica che voglio sottolineare l’operato dei nove giudici della Corte Costituzionale che hanno sancito l’incostituzionalità del Lodo Alfano, una legge liberticida che avrebbe aperto le porte a derive antidemocratiche molto poco europee.

Come detto, apparentemente non hanno fatto nulla di eccezionale: hanno semplicemente ribadito che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e che nessuno può arrogarsi il diritto di esserne al di sopra in virtù di un qualsivoglia “status” elettivo o meno. Una cosa elementare in qualunque Stato di Diritto, compreso il nostro, che infatti stabilisce tale principio nell’articolo 3 della Costituzione.
L’eccezionalità sta invece nel fatto che questi giudici hanno compiuto il loro dovere nonostante siano stati fatti oggetto di innumerevoli pressioni da parte del mondo politico e istituzionale, pressioni che hanno avuto forti ripercussioni anche all’interno della stessa Consulta. Ciò è provato dal fatto che la decisione è stata ben lungi dall’essere unanime, essendo passata soltanto a maggioranza (per l’appunto, nove contro sei).
Per questioni di decenza non voglio entrare nel dettaglio di queste ingerenze: di cene e telefonate ne hanno già parlato i giornali, dipingendole come semplici e consolidate prassi italiane piuttosto che come episodi vergognosi. Voglio soltanto ringraziare questi alti rappresentanti dello Stato, che con il loro voto hanno detto a tutti gli italiani onesti che le leggi, le istituzioni, i cittadini possono ancora non farsi piegare dagli interessi dei più forti. Questo semplice gesto un giorno forse verrà ricordato come fondamentale per la difesa della nostra democrazia.


Grazie a Francesco Amirante, Sabino Cassese, Alessandro Criscuolo, Ugo De Siervo, Franco Gallo, Paolo Grossi, Paolo Maddalena, Gaetano Silvestri e Giuseppe Tesauro.