Ricevo da Hermy, e volentieri pubblico, la seguente filastrocca:
Oggi al banco della tonnina si avvicina l’uomo nero,
ha adocchiato una bambina e la cinge col pensiero.
Le sorride carezzando con lo sguardo la sua pelle
e col falso suo sorriso offre fresche caramelle.
Ma la cauta furbacchiona coglie al volo le intenzioni
e gridando assai maldestra chiede aiuto ed attenzioni.
Cosicché i basiti astanti, pugni stretti, cupo il volto,
al marrano vile e turpe, scaglian contro il proprio involto.
Chi cartocci di molluschi, mascoline, fasolari,
chi con toni ancor più bruschi lancia pure i calamari.
Ma l’idea più ardita e scaltra viene al mozzo claudicante
che si libera dei ricci e li scaglia delirante.
A tal punto, puzzolente, l’uomo nero fugge via,
con dolore e sudiciume scappa dalla polizia.
Spenti gli echi della calca torna presto la bonaccia
e la bimba un po’ smarrita torna a casa, rossa in faccia.
Chi è l'Uomo Nero oggi? E' davvero un pericolo reale , oppure è solo la personificazione delle nostre paure ancestrali? E a chi conviene la nostra paura, chi alimenta questo mito? Cosa bisogna temere veramente?
A voi la parola.
Per quel che mi riguarda, io temo soprattutto il silenzio sulla verità.
mercoledì 11 giugno 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
L'Uomo Nero sembra davvero impaurire tutti, anche i quattro lettori del blog, che infatti non osano fare commenti!
rilancio l'argomento con una considerazione. Quando eravamo piccoli ci dicevano:non fare questo,non fare quello, altrimenti arriva l'Uomo Nero! Adesso l'Uomo Nero ha cambiato nome (può essere il terrorismo, l'immigrazione o altro), ma viene evocato per gli stessi identici motivi: limitarci nelle nostre azioni ed impedirci di pensare ad altre cose (forse più importanti e per questo più "pericolose")
Posta un commento