venerdì 26 settembre 2008
La Corruzione nel Mondo
L'Ong Transparency International ha stilato una classifica mondiale sulla corruzione. Ve la riporto, ordinata dal paese meno corrotto a quello più corrotto. Buon 55mo posto per l'Italia, uno dei migliori fra i paesi del terzo mondo. E' ancora lontano dal Botswana, ma è davanti a paesi come Grecia, Bulgaria e Romania.
martedì 9 settembre 2008
Creazione dell’universo e distruzione del mondo
Si è molto parlato (e straparlato) ultimamente della possibilità che la fine del mondo possa iniziare il 10 Settembre 2008. No, non si tratta delle solite profezie di Nostradamus, dei Millenaristi, oppure di qualche setta religiosa in preda a vaneggiamenti esoterici. Si tratta invece della preoccupazione per un esperimento che avrà luogo al CERN di Ginevra in quella data, che secondo alcuni potrebbe generare un buco nero capace di inghiottire l’intero pianeta.
Lo so, detto così non sembra meno assurdo degli scenari apocalittici che periodicamente ci vengono propinati dai fanatici del “giorno del giudizio”. Sta di fatto che due scienziati hanno anche presentato un esposto alla Corte europea dei diritti dell'uomo per far bloccare l’esperimento. Strasburgo non ha però ravvisato alcuna violazione da parte dei 20 paesi membri del consorzio e la data è stata quindi confermata.
Ma cosa avverrà domani a Ginevra? In che consiste l’esperimento? E’ importante, inutile o pericoloso? E’ mia intenzione provare a spiegarlo, nonostante la complessità dell’argomento e il rischio sempre incombente di banalizzare troppo. Me ne scuso in anticipo con gli “addetti ai lavori”.
Si tratta di qualcosa di sicuramente affascinante, che ha risvolti che interessano la Fisica, la Cosmologia, la Filosofia e, per chi vuole, anche la Teologia. In parole povere (o forse invece troppo altisonanti) si vogliono riprodurre i primi istanti di vita dell’universo: capire la Creazione.
Non è singolare il fatto che per capire l’inizio di tutto si possa provocare la fine. Cusano parlava di coincidentia oppositorum già più di cinquecento anni fa e, molto prima anche la geometria euclidea stabiliva che una retta finisce nello stesso punto in cui inizia. E’ coincidentia oppositorum anche la comprensione dell’infinitamente grande (l’universo) attraverso l’infinitamente piccolo (il nucleo atomico) che può distruggerci, come se l’uomo non potesse riuscire a confrontarsi con un concetto di tale grandezza. Tutto ciò apparentemente sembra dar credito ai discorsi dei religiosi, secondo i quali “ci sono verità (divine) che l’uomo non dovrebbe mai conoscere, pena la sua distruzione”. Io invece ritengo che l’uomo, già perfettamente in grado di autodistruggersi per motivi ben più futili della conoscenza dei segreti dell’universo, possa soltanto migliorarsi nel tentativo di estendere il proprio pensiero al concetto di infinito (o infinitesimo) e trovare il divino che ha dentro se. Ma questo è solo un parere personale. Io da sempre tifo per Prometeo.
Il Large Hadron Collider (LHC) del CERN, l’acceleratore che verrà utilizzato per l’esperimento, servirà per trovare molte particelle subnucleari la cui esistenza è stata finora solo teorizzata. E tra queste il bosone di Higgs, particella che sarebbe in grado di fornire la massa a tutte le particelle note. In pratica, il motore principale in grado di creare la materia come noi oggi la conosciamo, forgiandola apparentemente dal nulla. Forse non ha esagerato il premio Nobel Leon Max Lederman a definirla “La Particella di Dio”.
Poiché la maggior parte delle particelle subnucleari si sono estinte subito dopo il Big Bang, aggregandosi nei più familiari protoni e neutroni, ecco allora la necessità di “ricreare” quelle condizioni per poterle osservare. Ma si tratta di condizioni molto proibitive. Un miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, con una temperatura di dieci milioni di miliardi di gradi, le particelle in questione pare avessero un’energia irraggiungibile con il più potente degli acceleratori attuali. Il limite attuale, attorno ai 115 GeV (Giga-electron-Volt), non consentirebbe la scoperta del bosone di Higgs, che “dovrebbe” trovarsi come minimo sui 180 GeV. A infrangere questa barriera ci penserà l’LHC, che secondo i ricercatori del CERN, sarebbe in grado di far collidere i protoni (che percorreranno i 27 km dell’anello 11.000 volte al secondo) ad un energia pari a 1400 GeV.
Ecco, questa è l’arma “Fine di Mondo” (per citare Il Dottor Stranamore di Kubrick) che verrà accesa domani. Dove sta il pericolo? Nella possibilità, secondo alcuni, di creare della materia “superdensa” (riuscite ad immaginare una biglia da 1 cm che pesi milioni di tonnellate? Ebbene questo è l’esempio più calzante che mi viene in mente) come quella presente nei buchi neri. Che, come si sa, attirano tutto ciò che si trova nelle loro vicinanze, luce compresa. Comprendete che un oggettino del genere presente nel sottosuolo di Ginevra inizierebbe a risucchiare di tutto: la città, il lago, il territorio francese, il Monte Bianco e poco per volta tutto il resto del mondo, che si sgonfierebbe su se stesso come un pallone bucato.
Fortunatamente per noi, la probabilità che questo accada è pressoché nulla (che però non vuol dire che l’evento sia assolutamente impossibile) e le bellissime montagne di Heidi (e con esse il mondo) continueranno ad esistere. E’invece più probabile che si possano fare delle scoperte tali da rivoluzionare la scienza e il pensiero umano in ogni sua forma. Magari ci vorrà ancora qualche anno, vista l’enorme quantità di dati provenienti dai quattro rivelatori dell’LHC che ci sarà da analizzare, ma il percorso è ormai delineato. In fondo, abbiamo ancora molto da imparare: la materia per come la conosciamo noi, quella di cui sono fatti gli oggetti, gli individui, i pianeti, costituisce soltanto il 6% dell’Universo. Del restante 94% non abbiamo ancora la più pallida idea.
Lo so, detto così non sembra meno assurdo degli scenari apocalittici che periodicamente ci vengono propinati dai fanatici del “giorno del giudizio”. Sta di fatto che due scienziati hanno anche presentato un esposto alla Corte europea dei diritti dell'uomo per far bloccare l’esperimento. Strasburgo non ha però ravvisato alcuna violazione da parte dei 20 paesi membri del consorzio e la data è stata quindi confermata.
Ma cosa avverrà domani a Ginevra? In che consiste l’esperimento? E’ importante, inutile o pericoloso? E’ mia intenzione provare a spiegarlo, nonostante la complessità dell’argomento e il rischio sempre incombente di banalizzare troppo. Me ne scuso in anticipo con gli “addetti ai lavori”.
Si tratta di qualcosa di sicuramente affascinante, che ha risvolti che interessano la Fisica, la Cosmologia, la Filosofia e, per chi vuole, anche la Teologia. In parole povere (o forse invece troppo altisonanti) si vogliono riprodurre i primi istanti di vita dell’universo: capire la Creazione.
Non è singolare il fatto che per capire l’inizio di tutto si possa provocare la fine. Cusano parlava di coincidentia oppositorum già più di cinquecento anni fa e, molto prima anche la geometria euclidea stabiliva che una retta finisce nello stesso punto in cui inizia. E’ coincidentia oppositorum anche la comprensione dell’infinitamente grande (l’universo) attraverso l’infinitamente piccolo (il nucleo atomico) che può distruggerci, come se l’uomo non potesse riuscire a confrontarsi con un concetto di tale grandezza. Tutto ciò apparentemente sembra dar credito ai discorsi dei religiosi, secondo i quali “ci sono verità (divine) che l’uomo non dovrebbe mai conoscere, pena la sua distruzione”. Io invece ritengo che l’uomo, già perfettamente in grado di autodistruggersi per motivi ben più futili della conoscenza dei segreti dell’universo, possa soltanto migliorarsi nel tentativo di estendere il proprio pensiero al concetto di infinito (o infinitesimo) e trovare il divino che ha dentro se. Ma questo è solo un parere personale. Io da sempre tifo per Prometeo.
Il Large Hadron Collider (LHC) del CERN, l’acceleratore che verrà utilizzato per l’esperimento, servirà per trovare molte particelle subnucleari la cui esistenza è stata finora solo teorizzata. E tra queste il bosone di Higgs, particella che sarebbe in grado di fornire la massa a tutte le particelle note. In pratica, il motore principale in grado di creare la materia come noi oggi la conosciamo, forgiandola apparentemente dal nulla. Forse non ha esagerato il premio Nobel Leon Max Lederman a definirla “La Particella di Dio”.
Poiché la maggior parte delle particelle subnucleari si sono estinte subito dopo il Big Bang, aggregandosi nei più familiari protoni e neutroni, ecco allora la necessità di “ricreare” quelle condizioni per poterle osservare. Ma si tratta di condizioni molto proibitive. Un miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, con una temperatura di dieci milioni di miliardi di gradi, le particelle in questione pare avessero un’energia irraggiungibile con il più potente degli acceleratori attuali. Il limite attuale, attorno ai 115 GeV (Giga-electron-Volt), non consentirebbe la scoperta del bosone di Higgs, che “dovrebbe” trovarsi come minimo sui 180 GeV. A infrangere questa barriera ci penserà l’LHC, che secondo i ricercatori del CERN, sarebbe in grado di far collidere i protoni (che percorreranno i 27 km dell’anello 11.000 volte al secondo) ad un energia pari a 1400 GeV.
Ecco, questa è l’arma “Fine di Mondo” (per citare Il Dottor Stranamore di Kubrick) che verrà accesa domani. Dove sta il pericolo? Nella possibilità, secondo alcuni, di creare della materia “superdensa” (riuscite ad immaginare una biglia da 1 cm che pesi milioni di tonnellate? Ebbene questo è l’esempio più calzante che mi viene in mente) come quella presente nei buchi neri. Che, come si sa, attirano tutto ciò che si trova nelle loro vicinanze, luce compresa. Comprendete che un oggettino del genere presente nel sottosuolo di Ginevra inizierebbe a risucchiare di tutto: la città, il lago, il territorio francese, il Monte Bianco e poco per volta tutto il resto del mondo, che si sgonfierebbe su se stesso come un pallone bucato.
Fortunatamente per noi, la probabilità che questo accada è pressoché nulla (che però non vuol dire che l’evento sia assolutamente impossibile) e le bellissime montagne di Heidi (e con esse il mondo) continueranno ad esistere. E’invece più probabile che si possano fare delle scoperte tali da rivoluzionare la scienza e il pensiero umano in ogni sua forma. Magari ci vorrà ancora qualche anno, vista l’enorme quantità di dati provenienti dai quattro rivelatori dell’LHC che ci sarà da analizzare, ma il percorso è ormai delineato. In fondo, abbiamo ancora molto da imparare: la materia per come la conosciamo noi, quella di cui sono fatti gli oggetti, gli individui, i pianeti, costituisce soltanto il 6% dell’Universo. Del restante 94% non abbiamo ancora la più pallida idea.
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